
06 Ott Torino liberty: guida per scoprire una Torino insolita
Questo articolo è scritto da Pier Giorgio del blog Angoli di Torino (QUI il blog) ed è la seconda collaborazione con Italiaignota, dopo l’approfondimento dedicato alla Cappella dei Banchieri e dei Mercanti di Torino che puoi leggere cliccando QUI. Oggi Pier Giorgio ci porta alla scoperta di una città affascinante e sorprendente, raccontandoci un itinerario attraverso lo stile Torino liberty, ideale per chi vuole conoscere anche una Torino insolita.
NON HAI LETTO ANCORA L’ARTICOLO SULLA CAPPELLA DEI MERCANTI DI TORINO ??
Lo stile liberty e Torino
Lo stile Liberty, conosciuto a livello europeo come Art Nouveau, si sviluppò tra la fine dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento. In Italia ebbe grande fortuna in campi diversi: pittura, architettura, artigianato e design. A Torino, questo stile trovò terreno fertile grazie anche all’Esposizione Internazionale di Arte Decorativa Moderna del 1902, che sancì la città come una delle capitali europee del Liberty. Dopo la perdita del ruolo di capitale d’Italia, Torino cercava una nuova identità: i palazzi e le decorazioni Liberty divennero il simbolo di modernità, eleganza e rinascita.
Le zone principali dove ammirare il Torino liberty sono tre: via Pietro Micca, la collina torinese e soprattutto corso Francia. Proprio lungo quest’ultimo si snoda l’itinerario che ti propongo, facilmente percorribile a piedi o con brevi spostamenti in metropolitana.
Corso Francia: cuore del Torino liberty
Corso Francia, con i suoi 11,75 km, è il rettilineo più lungo d’Europa. Collega Torino a Collegno e Rivoli ed era già una via strategica ai tempi dei Romani. A cavallo tra il 1800 e il 1900, i viali di corso Francia divennero il luogo ideale per lo sviluppo dell’architettura Torino liberty. Qui si trovano alcuni dei capolavori più iconici, purtroppo visitabili solo esternamente perché adibiti ad abitazioni private.
Villino Raby
Al numero 8 di corso Francia sorge il Villino Raby, progettato da Pietro Fenoglio nel 1901 per Michele Raby, con la collaborazione di Gottardo Gussoni. L’edificio è uno dei primi esempi del Torino liberty, con influenze belghe e francesi e raffinate decorazioni in ferro battuto. Durante la Seconda guerra mondiale la cancellata originale fu fusa per scopi bellici, ma resta ancora oggi il pregiato portone d’ingresso. Verso la fine degli anni Ottanta l’edificio diventò sede di una scuola privata. Nel 2004 fu acquistato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Torino, che lo ha ristrutturato e dal 2011 lo utilizza come propria sede.

Casa Fenoglio - Lafleur
Poco distante, all’angolo con via Principi d’Acaja, si trova la celebre Casa Fenoglio-Lafleur, vero simbolo del Torino liberty. Progettata da Pietro Fenoglio nel 1902 come abitazione privata, fu poi venduta all’imprenditore francese Lafleur. Negli anni ospitò anche l’associazione “La Benefica” e sopravvisse senza gravi danni ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. L’edificio si distingue per i suoi elementi liberty: vetrate policrome, bow-window in ferro battuto, portone monumentale, il disegno dei caloriferi in ghisa e la linea sinuosa che domina il terrazzino. Oggi ospita uffici e appartamenti privati, quindi non è visitabile internamente.

Casa della Vittoria
Proseguendo sempre in direzione di Rivoli, al numero civico 23 troviamo l’opera più importante di Gottardo Gussoni: la Casa della Vittoria (conosciuta anche come Casa Carrera o Casa dei Draghi). Commissionata nel 1918 dal Cavaliere del Lavoro Giovanbattista Carrera per celebrare la vittoria del primo conflitto mondiale, fu completata nel 1920. L’edificio, considerato uno dei massimi esempi del Torino liberty con influenze neogotiche, è composto da cinque piani. Gli aspetti Liberty si fondono con caratteri medievaleggianti riscontrabili nel portone e nell’atrio di ingresso. Il portone è affiancato da grandi sculture di draghi, e ulteriori allegorie di queste creature fanno da decorazione nelle finestre del primo piano. La continua presenza di draghi in tutta la facciata fa sì che l’edificio venga comunemente chiamato Casa dei Draghi.

Via Claudio Beaumont
Allontanandosi leggermente da corso Francia si entra in un mondo più intimo e raccolto, dove il Torino liberty si esprime con piccoli capolavori nascosti. Non si tratta di edifici monumentali come Casa Fenoglio o la Casa della Vittoria, ma di palazzine e villini che custodiscono dettagli raffinati, motivi floreali, decorazioni pittoriche e soluzioni architettoniche originali. Sono luoghi che raramente finiscono nelle guide turistiche, ma che sanno regalare al visitatore più attento il piacere della scoperta. Addentrarsi tra queste vie significa vivere una dimensione diversa, più autentica e silenziosa, ideale per chi desidera conoscere una Torino insolita e lontana dai percorsi più affollati.
Palazzina Ostorero
L’edificio fu progettato da un giovane Pietro Fenoglio nel 1902 e prende il nome dalla famiglia committente. Oggi adibito ad uffici, ha interessanti decorazioni esterne, in prossimità del sottotetto, con caratteristici motivi floreali su sfondo azzurro. E’ possibile visitarlo internamente il sabato dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19.
Curiosità: qui visse Vincenzo Lancia, pilota e fondatore dell’omonima casa automobilistica. È uno dei pochi edifici Liberty visitabile internamente.

Casa Tasca
A pochi metri dalla precedente troviamo Casa Tasca. L’edificio fu progettato dall’ingegnere Giovan Battista Benazzo nel 1903 ed è caratterizzato stilizzato che si arrampica lungo la facciata, con decorazioni floreali e genealogiche della famiglia.
Palazzina Pola-Majola
All’angolo di via Beaumont con via Piffetti, si può ammirare un ottimo esempio di Liberty Neogotico. La palazzina Pola-Majola fu realizzata da Giovanni Gribodo intorno al 1908. L’architettura ricorda un castello nordico con comignoli e frontoni triangolari. Anche la pendenza del tetto è molto più simile a quella nord europea che a quella piemontese.
Accanto al palazzo Pola-Majola è possibile ammirare Casa Masino, altra creazione liberty dell’architetto Gribodo. Questo edificio è caratterizzato da un balconcino sulla facciata principale: particolare (e forse fuori contesto).

Il Villaggio Leumann: un gioiello del Torino liberty
Tra i luoghi più affascinanti del Torino liberty non si può non citare il Villaggio Leumann, a Collegno. Non è soltanto un insieme di edifici in stile, ma un vero e proprio progetto sociale, unico in Italia e raro in Europa, che rappresenta uno straordinario esempio di città-giardino di fine Ottocento. Il progetto fu voluto dall’imprenditore svizzero Napoleone Leumann, che nel 1875 decise di trasferire il proprio cotonificio alle porte di Torino. Con l’aiuto dell’architetto Pietro Fenoglio, Leumann immaginò non solo una fabbrica, ma una comunità autosufficiente, capace di dare dignità e servizi ai lavoratori.

Il complesso, realizzato tra il 1875 e il 1912, comprendeva 59 edifici residenziali in stile Torino liberty con giardino, affiancati da numerosi servizi: scuola, asilo, chiesa, palestra, convitto per le operaie, ufficio postale, bagni pubblici e persino una stazione ferroviaria. Questo modello innovativo permise a oltre mille persone di vivere in una piccola città moderna e ben organizzata. Due edifici spiccano tra tutti: la Chiesa di Santa Elisabetta (1907), una delle pochissime chiese al mondo interamente in stile liberty, e la Scuola Wera, dedicata alla figlia prematuramente scomparsa di Leumann. Qui i bambini ricevevano istruzione gratuita e libri offerti dall’azienda, mentre gli operai potevano frequentare corsi serali di formazione.

Con la crisi del tessile negli anni ’70, il cotonificio entrò in difficoltà fino alla chiusura definitiva nel 2007. Molti edifici vennero abbandonati, ma il comune di Collegno è riuscito a preservarne l’integrità. Oggi il Villaggio Leumann è ancora abitato e ospita la biblioteca civica, diventando meta di visite guidate che permettono di scoprire un pezzo autentico di Torino liberty. Passeggiare nel villaggio significa fare un viaggio nel tempo, tra storia industriale, architettura e vita comunitaria. È una delle tappe più suggestive per chi vuole scoprire una Torino insolita, lontana dai percorsi più battuti, ma capace di sorprendere chiunque.
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