
04 Nov Anfiteatro romano Volterra, il più bello di tutta Italia
Volterra è sicuramente uno dei miei borghi preferiti in Toscana. La sua posizione a ridosso della Val di Cecina e la sua notevole bellezza, mi hanno rapito così tanto che ci sono tornato a visitarlo ben tre volte. Il borgo è pieno di meraviglie da vedere come il Duomo, Piazza dei Priori, le mura etrusche e la fortezza medicea. Tra tutte queste però ho preferito di più la visita all’Area Archeologica di Vallebuona. Qui potrai ammirare il meraviglioso e il grandissimo Anfiteatro Romano. Il sito archeologico in ogni caso lo potrai vedere interamente anche camminando per via Lungo le Mura del Mandorlo. Nonostante questo ti consiglio di spendere 5.00€ per il biglietto e di camminare all’interno della vecchia struttura. Andiamo a vedere adesso la sua storia e la scoperta. Ti dico solo che l’anfiteatro è stato scoperto casualmente!
NON HAI LETTO ANCORA L’ARTICOLO SULL’ANTICA SUTRI ROMANA CON IL PARCO ARCHEOLOGICO ??

La storia e la scoperta dell'anfiteatro romano di Volterra
L’anfiteatro romano di Volterra venne costruito verso la fine del I secolo a.C. e il 13 d.C. tramite i finanziamenti della ricca famiglia volterrana dei Caecina. L’anfiteatro sorge su un più antico sito etrusco ed è uno degli esempi meglio conservati e più belli di tutta Italia. Durante gli scavi furono rinvenuti vari sedili con ancora incisi i nomi dei rappresentanti delle famiglie più influenti della Volterra romana. La frontescena era costituita da due piani di colonnati per un’altezza superiore ai 16 metri ed era lunga ben 36 metri. La capienza del teatro si aggirava sui 3500 spettatori facendolo diventare uno dei più grandi dell’Impero Romano.
I romani abbandonarono il teatro alla fine del III secolo d.C. e in prossimità dell’edificio scenico costruirono un impianto termale. Tutto il complesso è stato scoperto solo grazie a scavi archeologici effettuati a partire dal 1950 su iniziativa di Enrico Fiumi. L’archeologo volterrano prese diversi malati ricoverati presso l’Ospedale Psichiatrico della città e li mise a lavorare sugli scavi. Per il loro grande contributo è stata messa una targa a ricordo all’ingresso dell’edificio.

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